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energia e ambiente

DAL "CITTADINO ARBITRO" AL "CITTADINO SOSTENIBILE": MISURE, PROGETTI E IDEE PER USCIRE DALLA CRISI ENERGETICO-AMBIENTALE 

VINCENZO BALZANI E GIACOMO ZATTINI

venerdì 10 febbraio 2023 - ore 16.00 - Palazzo Romagnoli

Via Albicini, 12 - Forlì

Ci rendiamo conto che il rapporto fra la tutela dell’ambiente naturale e le continue e indiscriminate sollecitazioni ad uno sviluppo quantitativo e non qualitativo è la “questione” certamente primaria che le comunità nazionali e internazionali devono porsi.

Purtroppo su questo problema continua ad essere vivace il dibattito, ma gli opposti ragionamenti e le diverse soluzioni non portano da tempo a decisioni comuni e operative.

Una sorta di stallo fra le diverse ma anche contrapposte posizioni, da una parte gli ambientalisti-naturalisti e dall’altra i tutori non solo e non tanto di uno sviluppo, ma solo di un’indiscriminata crescita del prodotto e dell’utile che ne deriva. E, soprattutto, la politica, sembra sorda a questo problema, incapace di prospettare un futuro che si ponga seriamente il problema del rapporto fra tutela dell’ambiente e lo sviluppo (che è un concetto diverso dalla crescita) della comunità, nostra e degli altri paesi.

Fedele alla propria missione di “cura” intellettuale e morale del bene comune, nonché di riflessione costante verso le nuove potenziali forme di cittadinanza attiva per il domani, la Fondazione Roberto Ruffilli si è pertanto impegnata nell’organizzare un incontro pubblico con il competente ed appassionato sapere di un illustre scienziato di caratura internazionale, ma di natali romagnoli: il prof. Vincenzo Balzani, docente emerito dell’Università di Bologna, Accademico dei Lincei, Premio Unesco Mendeleev 2021 per le sue ricerche su chimica ed energia, che oltre 50 anni fa pubblicava fondamentali lavori sulla produzione dell’idrogeno a partire dall’acqua, utilizzando energia solare (piazzando uno dei capisaldi della riconversione alle energie pulite), e che oggi è impegnato nella divulgazione popolare dei risultati della ricerca in merito all’impatto del cosiddetto “antropocene” sul pianeta (e per corollario in prima linea nella battaglia alle fake news e al negazionismo climatico). Della tenace “battaglia dal basso” per iniziare a chiudere questo abisso tra il “dire” e il “fare”, ci porterà poi testimonianza Giacomo Zattini, delegato presso l’ultima Conferenza internazionale sul clima (COP27 di Sharm el-Sheik) e referente per la sezione forlivese del noto gruppo di attivismo giovanile FFF.

CONTRO TUTTE LE MAFIE: LA FORZA DELLA COMUNICAZIONE

 

31 gennaio 2023 - ore 10.30

Sala Melozzo

Piazza Melozzo degli Ambrogi, 7 Forlì

LORENZO FRIGERIO, CISCO

 

 

 Proseguendo il cammino intrapreso, il confronto  con la forza comunicativa - il potere delle parole si potrebbe dire - di due differenti (ma complementari) “narratori” della lotta alle mafie, il giornalista  Lorenzo Frigerio e il cantautore Cisco,  ampliano la palestra d’educazione civica di #Citizenkit 8.

Con il cronista e studioso Lorenzo Frigerio (“Libera Informazione”, “Dizionario Enciclopedico delle mafie in Italia” ) che da decenni segue il radicarsi e l’evolvere delle mafie nell’Italia centro-settentrionale, con particolare attenzione alla contaminazione nelle zone più ricche e produttive del Paese, i giovanissimi forlivesi avranno modo di apprendere e comprendere i meccanismi, le dinamiche e le sfide della minacciosa penetrazione della criminalità mafiosa anche in Emilia-Romagna, che si è rivelata così profonda da aver prodotto il più grande procedimento giudiziario nazionale contro la ‘ndrangheta: 220 persone alla sbarra processate nell’aula bunker di Reggio Emilia, quasi 700 anni di carcere di pena confermati in Cassazione, la constatazione che le Cosche al Nord Italia hanno raggiunto un pieno grado di autonomia operativa. 

Uno dei punti principali del racconto di Frigerio verterà sulle peculiari forme “economico-finanziarie" che le mafie assumono nella nostra Regione, e nel Nord Italia in generale, con manifestazioni sociali più subdole ed estremamente distanti - ma non per questo meno pericolose - dall’immaginario comune, legato invece agli antichi codici della “lupara”, dell’auto-bomba e dell’omertà diffusa.

E proprio a partire dalla lotta ai paradigmi classici delle vecchie mafie, si snoda il coraggio umano ed artistico di Cisco, che condividerà dal vivo con gli studenti forlivesi un’antologia delle sue opere musicali più impegnate nella denuncia e nell’urlo liberatore: versi e accordi di canzoni - composte dapprima come frontman dei Modena City Ramblers e poi come solista - che imprimono nella memoria collettiva il martirio eroico di Peppino Impastato, aprendosi in seguito ad una articolata riflessione sulla virtù della “fatica civica” a costruire - a qualsiasi latitudine e in qualsiasi contesto popolare - spazi di comunità solidale, trasparente ed aperta. In sintesi - all’opposto della prevaricazione illegale e della violenza feroce delle mafie - l’impegno e l’imperativo morale per coltivare una società degna, libera nello sviluppo e protetta dal diritto costituzionale.

invito

L'ALTERNATIVA DEMOCRATICA DELLE ISTITUZIONI E DELLA GENTE COMUNE

 

 

10 dicembre 2022 - ore 10.30

La Fabbrica delle Candele

Piazzetta Corbizzi, 9/30 Forlì

FRANCA IMBERGAMO, FRANCO RONCONI, CARMELO PECORA

 

Come un tumore, le mafie si espandono e penetrano anche nelle Regioni a maggiore “coesione” e “tenuta” civica, spesso a partire dall'infiltrazioni economica e finanziaria.

Tale capacità di diffusione sconvolge anche i territori considerati “virtuosi” per l’immaginario comune, alimentata soprattutto dall’ancora troppo limitata consapevolezza rispetto ad una minaccia che, pur profondamente distruttiva e anti-democratica, non assume al Nord gli stessi tratti di esplicita violenza mantenuti al Sud del Paese.

La recente conclusione dell’iter giudiziario per il cosiddetto Processo Aemilia ha dimostrato, con i suoi pesantissimi capi d’accusa e le sue condanne complessive a centinaia di anni di carcere, come anche l’Emilia-Romagna sia stata gravemente “infettata” dalla piaga mafiosa, e proprio negli ambiti e nelle dimensioni economiche alla base del successo e del benessere regionale.

Ciò vale dunque anche per La Provincia di Forlì-Cesena ed è per questo che ci appare urgente allenare la capacità dei singoli e della collettività - a partire dai più giovani che formeranno la società adulta di domani - a riconoscere, a denunciare e a contrastare i comportamenti, le pressioni e le infiltrazioni mafiose, o comunque le manifestazioni propedeutiche ad esse.

In questo senso, il confronto e il dialogo con due encomiabili attori dell’antimafia, il magistrato della Direzione Nazionale Antimafia Franca Imbergamo e l’artista ed ex-poliziotto Carmelo Pecora, assume il valore di una vera e propria palestra d’educazione civica.

Con il Sostituto Procuratore Franca Imbergamo e il Responsabile locale di LIBERA Franco Ronconi, i giovanissimi forlivesi avranno modo di comprendere come la piena applicazione del dettato costituzionale possa rappresentare il primo e migliore argine contro qualsiasi manifestazione mafiosa: ovvero una reale frontiera democratica alla contaminazione della legalità e del rispetto del bene comune, un autentico “presidio della cosa pubblica” che può agire concretamente - ad esempio ma non solo - nelle forme ormai famose e riconosciute dell’Associazione LIBERA.

Uno dei principali successi della dott.ssa Imbergamo, già collaboratrice del giudice Falcone, è stata la condanna ottenuta come Pubblico Ministero nei confronti del Boss “Tano” Badalamenti, quale mandante dell’omicidio di Peppino Impastato (9 maggio 1978).

E proprio alla figura di Peppino Impastato, giovane ragazzo siciliano ucciso per la suo coraggiosa denuncia dell'oppressione mafiosa in Sicilia, è dedicato lo spettacolo di teatro civile L’urlo di maggio che il narratore Carmelo Pecora performerà dal vivo, forte anche del suo recente passato di Ispettore Capo della polizia scientifica. Un reading che immergerà “tridimensionalmente” gli studenti nella drammaticità della vicenda, facendoli anche riflettere “a specchio” attraverso gli occhi di un giovanissimo poliziotto, lo stesso Pecora, che per scherzo del destino si è trovato ad essere testimone diretto di quegli avvenimenti del 1978.